I Tonini storici di Rimini

procedimenti della critica. Solo un pìccolo episodio della sua biografia, a circa due lustri più avanti del periodo che ho toccato, mi piace raccogliere come singolarmente significativo. Luigi aveva composto un sonetto per un predicatore del duomo : che mai di più ortodosso e innocente ? e possiamo anche aggiungere di più naturale, per uno dell’indole sua, nato in Romagna, Vincenzo Monti canoramente e vissuto a studio in Bologna, dove le colonne, diverse dalle oraziane, concessero, e tuttavia non negano, ospitale indulgenza alla sonettistica d’occasione. Aveva fatto un sonetto; ma il vescovo, per una mal supposta allusione, ne adombrò. I! Tonini tenne fermo, e mandò a stampare fuor di Rimini, cosa insolita a lui, i suoi quattordici versi, per i quali aveva coscienza d’ essere in pace col vangelo avendo affermato che non giova esser devoto, non giova né pure esser taumaturgo o profeta, chi non abbia nell’anima e nell’ opera la carità dei fratelli. Il che torna bene a designare quale fosse in quegli uomini il sentimento religioso: scevri da tormenti di dubbio, non tentati da audacie di pensiero, abbracciavano e osservavano il cristianesimo non nell’appositizio ma nell’essenziale. Di Carlo ci rammentiamo bene : oh la mitezza profonda, la pazienza virtuosa, la sincerità trasparente, la bontà semplice e verso tutti di lui ! Era quella fede eh’è rispettabile anche ai seguaci di tutte le libertà, da quelle che si affaticano nei campi delle speculazioni più alte a quella che si contenta adagiarsi

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