I Tonini storici di Rimini
brava gente, ma senza mai presumere che abbiate a esser voi indiscussi. Questo richiamo al Carducci mi fa indugiare col pensiero nel luogo dove una serie non breve e tutta importante di studi e memorie dei Tonini fu letta e pregiata e data alle stampe, a cominciare dal 1562: intendo la Deputazione di Storia patria per la Romagna, Era in verità stimi d’ amici numerato e casto : pochissimi i convenuti, e valevan per molti. Presi dente perpetuo I’ultimo dei Gozzadìni, che nel fulgido e severo Archiginnasio bolognese, in quell’ ora eh’ egli osservava esattissimo, fino nella gravità della piccola persona, nella compostezza della sua cortesia, lasciava vedere come tutto che era storia fosse serio per lui, tutto sacro quel che era patrio. Sfavagli a lato, e ne teneva le veci nelle rarissime assenze, Francesco Rocchi, di cui ben si può dire con sue stesse parole ciò che egli scrisse (6) del canonico Luigi Nardi ; s’acquistò tal contesa dell’antichità che parve quasi uomo de’ tempi andati ; tanto fu spento non pur dei fatti ma eziandio delle più minute costumante e sacre e civili e domestiche de’ vetusti nostri maggiori. E segretario era Luigi Frati, bibliografo e numismatico, nelle cose bolognesi versatissimo, e colto di molte altre. Assistevano, e successero poi segretari, l’uno breve tempo e l’altro a lungo, due professori di letteratura, due poeti : Luigi Mercantine caro all’ltalia, come alla sua morte fu definito con parole carducciane nei libri della Deputazione, caro all ’ Italia, a
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