Un poeta dialettale friulano, imitatore del Béranger
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nelle più alte sfere, per dargli più rilievo, ma scelto in un grado eminente per dar valore civile alla satira, che il Béranger ci presenta nel s&aateur. Se non espresso, il confronto, che non poteva sfuggire a quegli uomini vissuti sotto 1’ ancien régime , il confronto con 1’ amico noncurante e sdegnoso d’ un tempo, doveva riuscire assai comico. Non esisteva più questa comicità nel 1831, quando il Brotteci o scrisse la sua imitazione : esisteva però sempre quella intrinseca dell’ argomento, e la compiacenza della borghesia nel vedere uno di quei nobili gretti e chiusi ne’ loro titoli, di cui abbondava allora il Piemonte, chinarsi all* ofticiosità più umiliante verso il borghese dalla bella moglie. Poiché non bisogna dimenticare che tanto il Béranger quanto il Broderie fanno la satira dell’ eccellenza, non meno che quella del placido marito. ( 5 ) Ma allo Zorutti l'imitazione si presentava in condizioni molto diverse. Da noi, dove la repubblica veneta aveva posto salde radici, e aveva discretamente abituato i seri e pacifici abitanti alla sua solenne parrucca, da noi la nobile istituzione del cavaliere servente, se non s’ era affermata stabilmente che un po' tardi, si protrasse poi, quasi per compenso, come in Toscana ( G ), ein qualche altro luogo, più lungamente che altrove ;
( 5 ) L 'Eccellenssa fa cattiva comparsa in più d’ana poesia del Broft’erio : la pratica legai, sour Baro a, Veducassion, sour Cavajer (1831), la pruca (1831), a va nen ben (1832), la ciarlataneria, ecc. Quanto al Béranger egli stesso in una nota al Sénateur lo confessa. ( 6 ) Quando diciamo cavaliere servente corriamo istintivamente col pensiero al primo e al medio settecento, tra inchini, baciamani, parrucche, livree, ecc., nel mondo descritto dal Parini, dal Goldoni, dal Gozzi.... infiorato e immobilizzato dalla nostra lascivia intellettuale Per una di quelle tendenze sistematiche che tornano cosi comode alla rievocazione geniale, noi